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Nebulose Planetarie
resti di Supernova
M27 Nebulosa Manubrio
La nebulosa dista circa 1360 anni luce dalla Terra, è di magnitudine apparente 7,4, ha un diametro apparente di circa 8 arcominuti e un'età stimata di 9800 anni; la sua forma ricorda quella di uno sferoide prolato ed è vista lungo la linea prospettica del piano equatoriale. Nel 1992 è stato determinato che il tasso di espansione sul piano del cielo di questa nebulosa non è superiore ai 2,3' al secolo: in conseguenza a ciò, può essere determinato un limite di età massima che si aggira sui 14.600 anni. Nel 1970 fu invece calcolata la velocità di espansione reale, pari a 31 km/s. Dato che l'asse maggiore ha un raggio di 1,01 anni luce, l'età cinematica della nebulosa sarebbe di 9800 anni.
Scheda Tecnica:
Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron 9.25 XLT OTA Celestron 9.25 XLT
Camere di acquisizione: Canon EOS 50D Astro Mod Canon eos 50D
Montature: SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopi o obiettivi di guida: SkyWatcher 80/400 achromatic
Camere di guida: Q5L-II-M
Software: Adobe Photoshop CC 2019 · PHD2 Guiding 2.62 · NINA - Nighttime Imaging ‘N’ Astronomy · PixInsight
Filtri: Astronomik Clip CLS CCD
Date:29 Luglio 2021
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 36x300" (3h) ISO800 20C bin 1x1
Integrazione: 3h
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 20.26 giorni
Fase lunare media: 69.52%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Dettagli astrometrici di base
Astrometry.net job: 4829790
Centro AR: 19h 59' 39"
Centro DEC: +22° 42' 28"
Campionamento: 0,427 arcsec/pixel
Orientazione: 257,307 gradi
Raggio del campo: 0,260 gradi
Scheda Tecnica:
Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron 9.25 XLT OTA Celestron 9.25 XLT
Camere di acquisizione: Canon EOS 50D Astro Mod Canon eos 50D
Montature: SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopi o obiettivi di guida: SkyWatcher 80/400 achromatic
Camere di guida: Q5L-II-M
Software: Adobe Photoshop CC 2019 · PHD2 Guiding 2.62 · NINA - Nighttime Imaging ‘N’ Astronomy · PixInsight
Filtri: Astronomik Clip CLS CCD
Date:29 Luglio 2021
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 36x300" (3h) ISO800 20C bin 1x1
Integrazione: 3h
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 20.26 giorni
Fase lunare media: 69.52%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Dettagli astrometrici di base
Astrometry.net job: 4829790
Centro AR: 19h 59' 39"
Centro DEC: +22° 42' 28"
Campionamento: 0,427 arcsec/pixel
Orientazione: 257,307 gradi
Raggio del campo: 0,260 gradi
M1 - Nebulosa Granchio
La Nebulosa Granchio (nota anche come Nebulosa del Granchio o con le sigle di catalogo M 1 e NGC 1952)
è un resto di supernova visibile nella costellazione del Toro. Scoperta nel 1731 da John Bevis,
la nebulosa è il primo oggetto del catalogo di oggetti astronomici pubblicato da Charles Messier nel 1774.
La nebulosa, oggi vasta più di sei anni luce, è formata dai gas in espansione espulsi durante l'esplosione della Supernova 1054;
i gas si stanno espandendo alla velocità di 1500 km/s e possiedono una massa totale di circa 4,6±1,8 M⊙.
La supernova che la produsse fu osservata per la prima volta il 4 luglio 1054 e venne registrata dagli astronomi cinesi e arabi dell'epoca;
la sua luminosità era tale che la magnitudine apparente dell'evento fu compresa tra −7 e −4,5,
tale da renderla visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità apparente di Venere.
La Nebulosa Granchio si trova a circa 6500 al dal sistema solare; perciò l'evento che l'ha prodotta è in realtà avvenuto 6 500 anni prima del 1054,
cioè circa nel 5400 a.C.
Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri,
scoperta nel 1968: fu la prima osservazione di un'associazione tra pulsar e resti di supernova,
una scoperta fondamentale per l'interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron 9.25 XLT OTA Celestron 9.25 XLT
Camere di acquisizione: Canon EOS 50D Astro Mod Canon eos 50D
Montature: SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopi o obiettivi di guida: SkyWatcher 80/400 achromatic
Camere di guida: Q5L-II-M
Riduttori di focale: Celestron F6.3 Reducer/Corrector Celestron f6.3 focal reducer/field flattener
Software: Adobe Photoshop CC 2019 · PHD2 Guiding 2.62 · NINA - Nighttime Imaging ‘N’ Astronomy · PixInsight
Date:13 Dicembre 2020 , 14 Dicembre 2020
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 93x300" (7h 45') ISO800 (gain: 9.00) 5C bin 1x1
Integrazione: 7h 45'
Dark: ~30
Flat: ~30
Bias: ~30
Giorno lunare medio: 28.77 giorni
Fase lunare media: 1.02%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Dettagli astrometrici di base
Astrometry.net job: 4139430
Centro AR: 5h 34' 33"
Centro DEC: +22° 0' 57"
Campionamento: 0,717 arcsec/pixel
Orientazione: 63,144 gradi
Raggio del campo: 0,320 gradi
è un resto di supernova visibile nella costellazione del Toro. Scoperta nel 1731 da John Bevis,
la nebulosa è il primo oggetto del catalogo di oggetti astronomici pubblicato da Charles Messier nel 1774.
La nebulosa, oggi vasta più di sei anni luce, è formata dai gas in espansione espulsi durante l'esplosione della Supernova 1054;
i gas si stanno espandendo alla velocità di 1500 km/s e possiedono una massa totale di circa 4,6±1,8 M⊙.
La supernova che la produsse fu osservata per la prima volta il 4 luglio 1054 e venne registrata dagli astronomi cinesi e arabi dell'epoca;
la sua luminosità era tale che la magnitudine apparente dell'evento fu compresa tra −7 e −4,5,
tale da renderla visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità apparente di Venere.
La Nebulosa Granchio si trova a circa 6500 al dal sistema solare; perciò l'evento che l'ha prodotta è in realtà avvenuto 6 500 anni prima del 1054,
cioè circa nel 5400 a.C.
Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri,
scoperta nel 1968: fu la prima osservazione di un'associazione tra pulsar e resti di supernova,
una scoperta fondamentale per l'interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopi o obiettivi di acquisizione: Celestron 9.25 XLT OTA Celestron 9.25 XLT
Camere di acquisizione: Canon EOS 50D Astro Mod Canon eos 50D
Montature: SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopi o obiettivi di guida: SkyWatcher 80/400 achromatic
Camere di guida: Q5L-II-M
Riduttori di focale: Celestron F6.3 Reducer/Corrector Celestron f6.3 focal reducer/field flattener
Software: Adobe Photoshop CC 2019 · PHD2 Guiding 2.62 · NINA - Nighttime Imaging ‘N’ Astronomy · PixInsight
Date:13 Dicembre 2020 , 14 Dicembre 2020
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 93x300" (7h 45') ISO800 (gain: 9.00) 5C bin 1x1
Integrazione: 7h 45'
Dark: ~30
Flat: ~30
Bias: ~30
Giorno lunare medio: 28.77 giorni
Fase lunare media: 1.02%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Dettagli astrometrici di base
Astrometry.net job: 4139430
Centro AR: 5h 34' 33"
Centro DEC: +22° 0' 57"
Campionamento: 0,717 arcsec/pixel
Orientazione: 63,144 gradi
Raggio del campo: 0,320 gradi
NGC7293 Elica
La nebulosa Elica (NGC 7293, o Nebulosa Helix mantenendo il nome inglese) è una delle nebulose planetarie più vicine alla Terra. Si trova a 200 pc o 650 a.l. dalla Terra nella costellazione dell'Aquario e ha un diametro angolare di circa 0,5°. È stata scoperta da Karl Ludwig Harding prima del 1824.
Ha un aspetto molto simile alla nebulosa Anello. È anche simile per dimensione, età e caratteristiche fisiche alla nebulosa Manubrio; le significative differenze nell'aspetto sono conseguenza della relativa vicinanza e del diverso angolo da cui la vediamo.
La nebulosa Elica viene spesso chiamata l'Occhio di Dio, a partire almeno dal 2003
La nebulosa Elica è un esempio di una nebulosa planetaria formatasi alla fine della vita di una stella di tipo solare. Gli strati gassosi esterni della stella espulsi nello spazio appaiono dal nostro punto di vista come se guardassimo dall'alto un'elica. Il nucleo centrale della stella, destinato a diventare una nana bianca, risplende così intensamente da rendere fluorescente il gas precedentemente espulso.
La nebulosa si trova a circa 650 anni luce dalla Terra nella costellazione dell'Aquario, e ha una dimensione di circa 2,5 anni luce. Le fotografie recenti di Helix sono delle composizioni di nuove immagini ottenute dallo strumento Advanced Camera for Surveys (ACS) del Telescopio Spaziale Hubble e immagini con grande angolo di visuale ottenute da un telescopio da 0,9 m presso l'Osservatorio Nazionale di Kitt Peak.
Sulla base della velocità di espansione, di 31 km/s, si stima che abbia 10 600 anni
Ha un aspetto molto simile alla nebulosa Anello. È anche simile per dimensione, età e caratteristiche fisiche alla nebulosa Manubrio; le significative differenze nell'aspetto sono conseguenza della relativa vicinanza e del diverso angolo da cui la vediamo.
La nebulosa Elica viene spesso chiamata l'Occhio di Dio, a partire almeno dal 2003
La nebulosa Elica è un esempio di una nebulosa planetaria formatasi alla fine della vita di una stella di tipo solare. Gli strati gassosi esterni della stella espulsi nello spazio appaiono dal nostro punto di vista come se guardassimo dall'alto un'elica. Il nucleo centrale della stella, destinato a diventare una nana bianca, risplende così intensamente da rendere fluorescente il gas precedentemente espulso.
La nebulosa si trova a circa 650 anni luce dalla Terra nella costellazione dell'Aquario, e ha una dimensione di circa 2,5 anni luce. Le fotografie recenti di Helix sono delle composizioni di nuove immagini ottenute dallo strumento Advanced Camera for Surveys (ACS) del Telescopio Spaziale Hubble e immagini con grande angolo di visuale ottenute da un telescopio da 0,9 m presso l'Osservatorio Nazionale di Kitt Peak.
Sulla base della velocità di espansione, di 31 km/s, si stima che abbia 10 600 anni
M27 Nebulosa Manubrio
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2080x1332
Date:13 Luglio 2017
Pose: 20x420" ISO800 4C bin 1x1
Integrazione: 2.3 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 18.82 giorni
Fase lunare media: 82.50%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559163
Centro AR: 299,901 gradi
Centro DEC: 22,722 gradi
Campionamento: 1,358 arcsec/pixel
Orientazione: 53,051 gradi
Raggio del campo: 0,466 gradi
Luoghi: casa, Pisa, Italia
Origine dei dati: Giardino
La Nebulosa Manubrio è piuttosto facile da localizzare, trovandosi circa tre gradi a nord della stella γ Sagittae, di magnitudine 3,5; è visibile con facilità anche con un binocolo 10x50 e, se la notte è molto buia e limpida, anche con strumenti più piccoli, come un 8x30. Un telescopio da 114mm è già in grado di mostrare la sua caratteristica principale, una forma che ricorda vagamente quella di una clessidra a causa dei due grossi lobi brillanti che la nube possiede; strumenti più potenti, meglio se dotati di appositi filtri, consentono di poter osservare un gran numero di dettagli e sfumature. La stellina centrale, di magnitudine 13,6, è spesso utilizzata come test per verificare la limpidezza della notte stellata utilizzando telescopi da 200mm di apertura.
La Nebulosa Manubrio può essere osservata con facilità da entrambi gli emisferi terrestri, grazie al fatto che la sua declinazione non è eccessivamente settentrionale; dalle regioni boreali è comunque maggiormente osservabile e si presenta estremamente alta nel cielo nelle notti estive, mentre dall'emisfero australe resta sempre più basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da tutte le aree abitate della Terra. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e novembre.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2080x1332
Date:13 Luglio 2017
Pose: 20x420" ISO800 4C bin 1x1
Integrazione: 2.3 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 18.82 giorni
Fase lunare media: 82.50%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559163
Centro AR: 299,901 gradi
Centro DEC: 22,722 gradi
Campionamento: 1,358 arcsec/pixel
Orientazione: 53,051 gradi
Raggio del campo: 0,466 gradi
Luoghi: casa, Pisa, Italia
Origine dei dati: Giardino
La Nebulosa Manubrio è piuttosto facile da localizzare, trovandosi circa tre gradi a nord della stella γ Sagittae, di magnitudine 3,5; è visibile con facilità anche con un binocolo 10x50 e, se la notte è molto buia e limpida, anche con strumenti più piccoli, come un 8x30. Un telescopio da 114mm è già in grado di mostrare la sua caratteristica principale, una forma che ricorda vagamente quella di una clessidra a causa dei due grossi lobi brillanti che la nube possiede; strumenti più potenti, meglio se dotati di appositi filtri, consentono di poter osservare un gran numero di dettagli e sfumature. La stellina centrale, di magnitudine 13,6, è spesso utilizzata come test per verificare la limpidezza della notte stellata utilizzando telescopi da 200mm di apertura.
La Nebulosa Manubrio può essere osservata con facilità da entrambi gli emisferi terrestri, grazie al fatto che la sua declinazione non è eccessivamente settentrionale; dalle regioni boreali è comunque maggiormente osservabile e si presenta estremamente alta nel cielo nelle notti estive, mentre dall'emisfero australe resta sempre più basso, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da tutte le aree abitate della Terra. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra giugno e novembre.
NGC6960 Velo Occidentale
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 3630x2341
Date:22 Agosto 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 32x420" ISO800 4C
Integrazione: 3.7 ore
Dark: ~30
Flat: ~30
Bias: ~30
Giorno lunare medio: 0.79 giorni
Fase lunare media: 0.70%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 1702103
Centro AR: 311,565 gradi
Centro DEC: 30,682 gradi
Campionamento: 1,180 arcsec/pixel
Orientazione: 304,400 gradi
Raggio del campo: 0,708 gradi
Luoghi: Pisa, Italia
La Nebulosa Velo (nota anche con le sigle del Catalogo Caldwell C 33 e C 34) è una vasta nebulosa diffusa visibile nella parte sudorientale della costellazione del Cigno.
La distanza della nebulosa non è nota con certezza; i dati del Far Ultraviolet Spectroscopic Explorer (FUSE) indicano una distanza di circa 1.470 anni luce.
La nebulosa è un antico resto di supernova; la stella che ha originato quest'oggetto è esplosa diversi millenni fa. Ciò che ora è visibile sono dei debolissimi filamenti, ancora in espansione alla velocità di decine di km/s; nelle foto a lunga posa o con un CCD si distinguono diversi filamenti disposti in tre gruppi principali: il più ad ovest è quello di NGC 6960 (C 34), in direzione della brillante stella 52 Cygni; il secondo, poco più ad est, è formato dalle nebulose NGC 6974 e NGC 6979, disposto con la concavità ad est come il precedente; l'ultimo, ad est, è formato dalle sezioni NGC 6992 (C 33) e NGC 6995 (ai quali si aggiunge IC 1340), orientato in modo speculare rispetto agli altri due. Questa parte è conosciuta pure come Nebulosa Rete (Inglese Network).
Si pensa che nel giro di pochi millenni questa "meraviglia" del cielo boreale scomparirà, perché ad una grande velocità di espansione corrisponde pure un elevato indice di dispersione della sua materia, che presto esaurirà la sua energia ricevuta durante l'esplosione, e si disperderà nel mezzo interstellare, "quasi" senza lasciare traccia
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 3630x2341
Date:22 Agosto 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 32x420" ISO800 4C
Integrazione: 3.7 ore
Dark: ~30
Flat: ~30
Bias: ~30
Giorno lunare medio: 0.79 giorni
Fase lunare media: 0.70%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 1702103
Centro AR: 311,565 gradi
Centro DEC: 30,682 gradi
Campionamento: 1,180 arcsec/pixel
Orientazione: 304,400 gradi
Raggio del campo: 0,708 gradi
Luoghi: Pisa, Italia
La Nebulosa Velo (nota anche con le sigle del Catalogo Caldwell C 33 e C 34) è una vasta nebulosa diffusa visibile nella parte sudorientale della costellazione del Cigno.
La distanza della nebulosa non è nota con certezza; i dati del Far Ultraviolet Spectroscopic Explorer (FUSE) indicano una distanza di circa 1.470 anni luce.
La nebulosa è un antico resto di supernova; la stella che ha originato quest'oggetto è esplosa diversi millenni fa. Ciò che ora è visibile sono dei debolissimi filamenti, ancora in espansione alla velocità di decine di km/s; nelle foto a lunga posa o con un CCD si distinguono diversi filamenti disposti in tre gruppi principali: il più ad ovest è quello di NGC 6960 (C 34), in direzione della brillante stella 52 Cygni; il secondo, poco più ad est, è formato dalle nebulose NGC 6974 e NGC 6979, disposto con la concavità ad est come il precedente; l'ultimo, ad est, è formato dalle sezioni NGC 6992 (C 33) e NGC 6995 (ai quali si aggiunge IC 1340), orientato in modo speculare rispetto agli altri due. Questa parte è conosciuta pure come Nebulosa Rete (Inglese Network).
Si pensa che nel giro di pochi millenni questa "meraviglia" del cielo boreale scomparirà, perché ad una grande velocità di espansione corrisponde pure un elevato indice di dispersione della sua materia, che presto esaurirà la sua energia ricevuta durante l'esplosione, e si disperderà nel mezzo interstellare, "quasi" senza lasciare traccia
IC443 Nebulosa Medusa
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione: SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida: ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4627x4753
Date:28 Marzo 2017
Pose: 36x420" ISO800 -2C bin 1x1
Integrazione: 4.2 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 0.42 giorni
Fase lunare media: 0.20%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559175
Centro AR: 94,239 gradi
Centro DEC: 22,493 gradi
Campionamento: 0,679 arcsec/pixel
Orientazione: 187,491 gradi
Raggio del campo: 0,625 gradi
Luoghi: casa, Pisa, Italia
Origine dei dati: Giardino
IC 443 è un resto di supernova situato nella costellazione dei Gemelli. Si crede che sia stato originato da una supernova esplosa in un periodo compreso fra 3000 e 30.000 anni fa, e che il nucleo della stella progenitrice responsabile di tale evento abbia formato la stella di neutroni CXOU J061705.3+222127. Si tratta di un oggetto molto studiato a causa della sua interazione con altre nubi molecolari.
possiede un diametro angolare di 50 minuti d'arco, che ad una distanza di 5.000 anni luce equivalgono ad una dimensione reale di circa 70 anni luce.
La nebulosa, sia nel visibile che nelle onde radio, possiede una forma a guscio, consistente in due metà con raggio e centro differenti; un terzo guscio nebuloso, inizialmente attribuito a IC 443, è ora riconosciuto come un resto di supernova più antico, forse di 100.000 anni, chiamato G189.6+3.3 . L'età dell'oggetto resta incerta; c'è un certo accordo sul fatto che l'evento che creò la nebulosa sia avvenuto fra 3000 e 30.000 anni fa. Tramite le osservazioni condotte col Chandra X-ray Observatory e col XMM-Newton è stata identificata la pulsar nei pressi dell'anello meridionale.
Telescopio o obiettivo di acquisizione: SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida: ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4627x4753
Date:28 Marzo 2017
Pose: 36x420" ISO800 -2C bin 1x1
Integrazione: 4.2 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 0.42 giorni
Fase lunare media: 0.20%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559175
Centro AR: 94,239 gradi
Centro DEC: 22,493 gradi
Campionamento: 0,679 arcsec/pixel
Orientazione: 187,491 gradi
Raggio del campo: 0,625 gradi
Luoghi: casa, Pisa, Italia
Origine dei dati: Giardino
IC 443 è un resto di supernova situato nella costellazione dei Gemelli. Si crede che sia stato originato da una supernova esplosa in un periodo compreso fra 3000 e 30.000 anni fa, e che il nucleo della stella progenitrice responsabile di tale evento abbia formato la stella di neutroni CXOU J061705.3+222127. Si tratta di un oggetto molto studiato a causa della sua interazione con altre nubi molecolari.
possiede un diametro angolare di 50 minuti d'arco, che ad una distanza di 5.000 anni luce equivalgono ad una dimensione reale di circa 70 anni luce.
La nebulosa, sia nel visibile che nelle onde radio, possiede una forma a guscio, consistente in due metà con raggio e centro differenti; un terzo guscio nebuloso, inizialmente attribuito a IC 443, è ora riconosciuto come un resto di supernova più antico, forse di 100.000 anni, chiamato G189.6+3.3 . L'età dell'oggetto resta incerta; c'è un certo accordo sul fatto che l'evento che creò la nebulosa sia avvenuto fra 3000 e 30.000 anni fa. Tramite le osservazioni condotte col Chandra X-ray Observatory e col XMM-Newton è stata identificata la pulsar nei pressi dell'anello meridionale.
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