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Itineranti
NGC6962 Velo Orientale
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PixInsight, BackyardEOS, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 3600x2365
Date:24 Giugno 2017
Pose: 26x420"
Integrazione: 3.0 ore
Giorno lunare medio: 0.45 giorni
Fase lunare media: 0.23%
Astrometry.net job: 1628255
Centro AR: 314,001 gradi
Centro DEC: 31,564 gradi
Campionamento: 1,356 arcsec/pixel
Orientazione: 86,077 gradi
Raggio del campo: 0,811 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Velo (nota anche con le sigle del Catalogo Caldwell C 33 e C 34) è una vasta nebulosa diffusa visibile nella parte sudorientale della costellazione del Cigno.
La distanza della nebulosa non è nota con certezza; i dati del Far Ultraviolet Spectroscopic Explorer (FUSE) indicano una distanza di circa 1.470 anni luce
La nebulosa è un antico resto di supernova; la stella che ha originato quest'oggetto è esplosa diversi millenni fa. Ciò che ora è visibile sono dei debolissimi filamenti, ancora in espansione alla velocità di decine di km/s; nelle foto a lunga posa o con un CCD si distinguono diversi filamenti disposti in tre gruppi principali: il più ad ovest è quello di NGC 6960 (C 34), in direzione della brillante stella 52 Cygni; il secondo, poco più ad est, è formato dalle nebulose NGC 6974 e NGC 6979, disposto con la concavità ad est come il precedente; l'ultimo, ad est, è formato dalle sezioni NGC 6992 (C 33) e NGC 6995 (ai quali si aggiunge IC 1340), orientato in modo speculare rispetto agli altri due. Questa parte è conosciuta pure come Nebulosa Rete (Inglese Network).
Si pensa che nel giro di pochi millenni questa "meraviglia" del cielo boreale scomparirà, perché ad una grande velocità di espansione corrisponde pure un elevato indice di dispersione della sua materia, che presto esaurirà la sua energia ricevuta durante l'esplosione, e si disperderà nel mezzo interstellare, "quasi" senza lasciare traccia.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PixInsight, BackyardEOS, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 3600x2365
Date:24 Giugno 2017
Pose: 26x420"
Integrazione: 3.0 ore
Giorno lunare medio: 0.45 giorni
Fase lunare media: 0.23%
Astrometry.net job: 1628255
Centro AR: 314,001 gradi
Centro DEC: 31,564 gradi
Campionamento: 1,356 arcsec/pixel
Orientazione: 86,077 gradi
Raggio del campo: 0,811 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Velo (nota anche con le sigle del Catalogo Caldwell C 33 e C 34) è una vasta nebulosa diffusa visibile nella parte sudorientale della costellazione del Cigno.
La distanza della nebulosa non è nota con certezza; i dati del Far Ultraviolet Spectroscopic Explorer (FUSE) indicano una distanza di circa 1.470 anni luce
La nebulosa è un antico resto di supernova; la stella che ha originato quest'oggetto è esplosa diversi millenni fa. Ciò che ora è visibile sono dei debolissimi filamenti, ancora in espansione alla velocità di decine di km/s; nelle foto a lunga posa o con un CCD si distinguono diversi filamenti disposti in tre gruppi principali: il più ad ovest è quello di NGC 6960 (C 34), in direzione della brillante stella 52 Cygni; il secondo, poco più ad est, è formato dalle nebulose NGC 6974 e NGC 6979, disposto con la concavità ad est come il precedente; l'ultimo, ad est, è formato dalle sezioni NGC 6992 (C 33) e NGC 6995 (ai quali si aggiunge IC 1340), orientato in modo speculare rispetto agli altri due. Questa parte è conosciuta pure come Nebulosa Rete (Inglese Network).
Si pensa che nel giro di pochi millenni questa "meraviglia" del cielo boreale scomparirà, perché ad una grande velocità di espansione corrisponde pure un elevato indice di dispersione della sua materia, che presto esaurirà la sua energia ricevuta durante l'esplosione, e si disperderà nel mezzo interstellare, "quasi" senza lasciare traccia.
M20 Nebulosa Trifida
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4104x2692
Date:20 Agosto 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 15x420" ISO800 4C
Integrazione: 1.8 ore
Dark: ~15
Flat: ~15
Bias: ~15
Giorno lunare medio: 28.14 giorni
Fase lunare media: 2.17%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 1699862
Centro AR: 270,597 gradi
Centro DEC: -22,994 gradi
Campionamento: 1,181 arcsec/pixel
Orientazione: 305,416 gradi
Raggio del campo: 0,805 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Trifida (nota anche come M 20, o NGC 6514) è una nebulosa a emissione e una regione H II situata nella costellazione del Sagittario.
Deve il suo nome alle tre linee scure di nubi di polvere che la dividono in tre parti.
La Neblosa Trifida dista circa 5.000 anni luce dalla Terra, venendosi così a trovare nel Braccio del Sagittario, ossia il braccio di spirale immediatamente più interno del nostro. La singola stella massiva visibile al centro è fonte della gran parte dell'illuminazione dell'intera nebulosa; ha un'età stimata di circa 300.000 anni, che ne farebbe la più giovane regione di formazione stellare conosciuta.
Le stelle che eccitano i suoi gas sono giganti blu di classe spettrale O e di magnitudine assoluta pari a -5, dell'età di circa 7 milioni di anni; i vari colori sono dati dai diversi elementi: il rosso è tipico dell'idrogeno, mentre l'azzurro dell'ossigeno. Le bande oscure sono invece polveri e gas freddi e non illuminati.
Alla lunghezza d'onda di 9,4 cm la nebulosa emette onde radio, causata dalla collisione fra elettroni e protoni, che generano calore fino a raggiungere temperature di 10.000 K. Al centro si trova la stella ADS 10991, una stella tripla con componenti di magnitudine 7,6, 10,7 e 8,7
Il Telescopio Spaziale Hubble ha mostrato nella nube una regione di polvere e gas, una "culla di stelle" piena di embrioni di stelle. Questa nube dista circa 8 anni luce dalla stella centrale della nebulosa. Il piccolo e stretto getto che sporge dalla testa della nube in direzione dell'angolo superiore sinistro è grande circa tre quarti di anno luce (cioè circa 7.000.000.000.000 km). La fonte del getto è un giovanissimo oggetto stellare nascosto dentro la nube. I getti come questo sono i "gas di scarico" della formazione stellare.
La foto mostra anche un "gambo" (l'oggetto a forma di dito alla destra del getto). Questo gambo rappresenta un notevole esempio di EGG (Evaporating Gaseous Globules, Globuli Gassosi in Evaporazione) che è sopravvissuto perché sulla sua punta c'è un nodo di gas sufficientemente denso da resistere alla corrosione della potente radiazione stellare. L'immagine è stata presa l'8 settembre 1997, è in falsi colori ed è il risultato della combinazione di 3 distinte immagini: filtro atomi di idrogeno, zolfo ionizzato e ossigeno doppiamente ionizzato.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4104x2692
Date:20 Agosto 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 15x420" ISO800 4C
Integrazione: 1.8 ore
Dark: ~15
Flat: ~15
Bias: ~15
Giorno lunare medio: 28.14 giorni
Fase lunare media: 2.17%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 1699862
Centro AR: 270,597 gradi
Centro DEC: -22,994 gradi
Campionamento: 1,181 arcsec/pixel
Orientazione: 305,416 gradi
Raggio del campo: 0,805 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Trifida (nota anche come M 20, o NGC 6514) è una nebulosa a emissione e una regione H II situata nella costellazione del Sagittario.
Deve il suo nome alle tre linee scure di nubi di polvere che la dividono in tre parti.
La Neblosa Trifida dista circa 5.000 anni luce dalla Terra, venendosi così a trovare nel Braccio del Sagittario, ossia il braccio di spirale immediatamente più interno del nostro. La singola stella massiva visibile al centro è fonte della gran parte dell'illuminazione dell'intera nebulosa; ha un'età stimata di circa 300.000 anni, che ne farebbe la più giovane regione di formazione stellare conosciuta.
Le stelle che eccitano i suoi gas sono giganti blu di classe spettrale O e di magnitudine assoluta pari a -5, dell'età di circa 7 milioni di anni; i vari colori sono dati dai diversi elementi: il rosso è tipico dell'idrogeno, mentre l'azzurro dell'ossigeno. Le bande oscure sono invece polveri e gas freddi e non illuminati.
Alla lunghezza d'onda di 9,4 cm la nebulosa emette onde radio, causata dalla collisione fra elettroni e protoni, che generano calore fino a raggiungere temperature di 10.000 K. Al centro si trova la stella ADS 10991, una stella tripla con componenti di magnitudine 7,6, 10,7 e 8,7
Il Telescopio Spaziale Hubble ha mostrato nella nube una regione di polvere e gas, una "culla di stelle" piena di embrioni di stelle. Questa nube dista circa 8 anni luce dalla stella centrale della nebulosa. Il piccolo e stretto getto che sporge dalla testa della nube in direzione dell'angolo superiore sinistro è grande circa tre quarti di anno luce (cioè circa 7.000.000.000.000 km). La fonte del getto è un giovanissimo oggetto stellare nascosto dentro la nube. I getti come questo sono i "gas di scarico" della formazione stellare.
La foto mostra anche un "gambo" (l'oggetto a forma di dito alla destra del getto). Questo gambo rappresenta un notevole esempio di EGG (Evaporating Gaseous Globules, Globuli Gassosi in Evaporazione) che è sopravvissuto perché sulla sua punta c'è un nodo di gas sufficientemente denso da resistere alla corrosione della potente radiazione stellare. L'immagine è stata presa l'8 settembre 1997, è in falsi colori ed è il risultato della combinazione di 3 distinte immagini: filtro atomi di idrogeno, zolfo ionizzato e ossigeno doppiamente ionizzato.
M16 Nebulosa Aquila
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE Orion 80mm ShortTube
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, BackyardEOS, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 6444x4347
Date:27 Maggio 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 18x420" ISO800 3C
Integrazione: 2.1 ore
Dark: ~35
Flat: ~10
Bias: ~10
Giorno lunare medio: 1.96 giorni
Fase lunare media: 4.29%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 3.00
Temperatura: 17.00
Astrometry.net job: 1635479
Centro AR: 274,621 gradi
Centro DEC: -13,880 gradi
Campionamento: 0,591 arcsec/pixel
Orientazione: 168,958 gradi
Raggio del campo: 0,637 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Aquila (nota anche come M 16 o NGC 6611) è una grande regione H II visibile nella costellazione della Coda del Serpente; è formata da un giovane ammasso aperto di stelle associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato, catalogata come IC 4703.
La sua distanza è sempre stata relativamente incerta, ma si tende ad accettare un valore di circa 5700 anni luce dalla Terra, ponendola così nella zona media del Braccio del Sagittario; contiene alcune formazioni estremamente conosciute, come i Pilastri della Creazione, le lunghe colonne di gas oscuro originate dall'azione del vento stellare delle componenti dell'ammasso centrale e che sono responsabili anche del nome proprio della nebulosa stessa, a causa della loro forma. In esse sono presenti alcuni oggetti stellari giovani, che testimoniano che i processi di formazione stellare sono tuttora in atto, anche se non è chiaro se questi siano favoriti od osteggiati dall'azione del vento stellare delle stelle vicine, né è chiaro se il vento effettivamente influisca in qualche maniera su questi fenomeni. L'ammasso è composto da un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti; la loro età tipica è di appena 2-3 milioni di anni,[2] cioè meno di un millesimo dell'età del nostro Sole; la stella più brillante dell'ammasso è di magnitudine 8,24, ben visibile anche con un binocolo.
La nebulosa è nota fin dal Settecento ed è uno degli oggetti più noti fra quelli del Catalogo di Messier; si rivela con facilità nelle fotografie ed è dunque un buon soggetto per gli appassionati dell'astrofotografia amatoriale.
La causa principale della ionizzazione dei gas della nebulosa, e quindi della sua luminosità, sono le grandi stelle massicce dell'ammasso aperto NGC 6611, che si trova al suo interno; le stesse hanno anche modellato col loro vento stellare le nubi circostanti, causando delle lunghe strutture a chioma qualora il vento incontrasse delle regioni nebulose ultradense: è questo il caso ad esempio dei famosi Pilastri della Creazione o Proboscidi d'Elefante, che hanno conferito il nome "Aquila" alla nebulosa e che sono state rese famose dalle immagini del Telescopio Hubble. Sebbene non siano così dense come originariamente creduto, queste strutture mostrano delle evidenze di protrusioni, denominate EGGs (acronimo di Evaporating Gaseous Globules, globuli gassosi in evaporazione), alcune delle quali sarebbero associate a degli oggetti stellari giovani, un segno questo che i fenomeni di formazione stellare sono ancora in atto.
L'ammasso centrale contiene stelle disperse su una regione di circa 14', con un'elevata concentrazione nelle regioni fino a 4' dal centro geometrico; molte di queste sono ancora in fase di pre-sequenza principale, mentre le componenti più brillanti sono delle supergiganti blu. La massa delle componenti varia fra 2 e 85 M☉, mentre l'età dell'ammasso è stata stimata di circa 2-3 milioni di anni, le sue dimensioni sono di circa 70x55 anni luce.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader, raffreddata
Montatura:SkyWatcher EQ5 Goto
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE Orion 80mm ShortTube
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PixInsight, BackyardEOS, PHD2 Guiding 2.62
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 6444x4347
Date:27 Maggio 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 18x420" ISO800 3C
Integrazione: 2.1 ore
Dark: ~35
Flat: ~10
Bias: ~10
Giorno lunare medio: 1.96 giorni
Fase lunare media: 4.29%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 3.00
Temperatura: 17.00
Astrometry.net job: 1635479
Centro AR: 274,621 gradi
Centro DEC: -13,880 gradi
Campionamento: 0,591 arcsec/pixel
Orientazione: 168,958 gradi
Raggio del campo: 0,637 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
La Nebulosa Aquila (nota anche come M 16 o NGC 6611) è una grande regione H II visibile nella costellazione della Coda del Serpente; è formata da un giovane ammasso aperto di stelle associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato, catalogata come IC 4703.
La sua distanza è sempre stata relativamente incerta, ma si tende ad accettare un valore di circa 5700 anni luce dalla Terra, ponendola così nella zona media del Braccio del Sagittario; contiene alcune formazioni estremamente conosciute, come i Pilastri della Creazione, le lunghe colonne di gas oscuro originate dall'azione del vento stellare delle componenti dell'ammasso centrale e che sono responsabili anche del nome proprio della nebulosa stessa, a causa della loro forma. In esse sono presenti alcuni oggetti stellari giovani, che testimoniano che i processi di formazione stellare sono tuttora in atto, anche se non è chiaro se questi siano favoriti od osteggiati dall'azione del vento stellare delle stelle vicine, né è chiaro se il vento effettivamente influisca in qualche maniera su questi fenomeni. L'ammasso è composto da un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti; la loro età tipica è di appena 2-3 milioni di anni,[2] cioè meno di un millesimo dell'età del nostro Sole; la stella più brillante dell'ammasso è di magnitudine 8,24, ben visibile anche con un binocolo.
La nebulosa è nota fin dal Settecento ed è uno degli oggetti più noti fra quelli del Catalogo di Messier; si rivela con facilità nelle fotografie ed è dunque un buon soggetto per gli appassionati dell'astrofotografia amatoriale.
La causa principale della ionizzazione dei gas della nebulosa, e quindi della sua luminosità, sono le grandi stelle massicce dell'ammasso aperto NGC 6611, che si trova al suo interno; le stesse hanno anche modellato col loro vento stellare le nubi circostanti, causando delle lunghe strutture a chioma qualora il vento incontrasse delle regioni nebulose ultradense: è questo il caso ad esempio dei famosi Pilastri della Creazione o Proboscidi d'Elefante, che hanno conferito il nome "Aquila" alla nebulosa e che sono state rese famose dalle immagini del Telescopio Hubble. Sebbene non siano così dense come originariamente creduto, queste strutture mostrano delle evidenze di protrusioni, denominate EGGs (acronimo di Evaporating Gaseous Globules, globuli gassosi in evaporazione), alcune delle quali sarebbero associate a degli oggetti stellari giovani, un segno questo che i fenomeni di formazione stellare sono ancora in atto.
L'ammasso centrale contiene stelle disperse su una regione di circa 14', con un'elevata concentrazione nelle regioni fino a 4' dal centro geometrico; molte di queste sono ancora in fase di pre-sequenza principale, mentre le componenti più brillanti sono delle supergiganti blu. La massa delle componenti varia fra 2 e 85 M☉, mentre l'età dell'ammasso è stata stimata di circa 2-3 milioni di anni, le sue dimensioni sono di circa 70x55 anni luce.
M17 Nebulosa Omega
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopio o obiettivio di guida:Vixen 80M
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:Adobe Photoshop CC 2019, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4172x2760
Date:03 Agosto 2018
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 9x420" ISO800 3C bin 1x1
Integrazione: 1.1 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 20.89 giorni
Fase lunare media: 63.19%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559338
Centro AR: 275,182 gradi
Centro DEC: -16,182 gradi
Campionamento: 1,180 arcsec/pixel
Orientazione: 90,070 gradi
Raggio del campo: 0,820 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
La Nebulosa Omega (nota anche come Nebulosa Cigno, Nebulosa Ferro di Cavallo, Nebulosa Aragosta o con le sigle di catalogo M 17 e NGC 6618) è una nebulosa a emissione, scoperta da de Chéseaux nel 1746 e riscoperta da Charles Messier nel 1764, situata nella costellazione del Sagittario.
La nebulosa è molto brillante ed è visibile a occhio nudo in condizioni favorevoli alle basse latitudini (magnitudine 6). Si tratta di una regione H II in cui è attiva la formazione stellare, resa brillante dalla radiazione luminosa delle stelle giovani e calde, di classe spettrale B (giganti blu) in essa formatesi; Alcune di queste stelle sono radunate a formare un ammasso aperto di 35 stelle, molto oscurato dalle polveri. Il colore rosso vivo della nebulosa è dovuto all'eccitazione degli atomi di idrogeno, che emettono radiazione Hα; la massa della zona più luminosa è pari a 800 masse solari.
Nell'infrarosso, si è potuto osservare un numero elevato di nubi favorevoli alla formazione di stelle. Al centro della nebulosa si troverebbe un ammasso aperto di una trentina di stelle coperte dalla nebulosa. Il diametro della nebulosa sfiora i 40 anni luce.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopio o obiettivio di guida:Vixen 80M
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:Adobe Photoshop CC 2019, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 4172x2760
Date:03 Agosto 2018
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 9x420" ISO800 3C bin 1x1
Integrazione: 1.1 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 20.89 giorni
Fase lunare media: 63.19%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 5.00
Astrometry.net job: 2559338
Centro AR: 275,182 gradi
Centro DEC: -16,182 gradi
Campionamento: 1,180 arcsec/pixel
Orientazione: 90,070 gradi
Raggio del campo: 0,820 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
La Nebulosa Omega (nota anche come Nebulosa Cigno, Nebulosa Ferro di Cavallo, Nebulosa Aragosta o con le sigle di catalogo M 17 e NGC 6618) è una nebulosa a emissione, scoperta da de Chéseaux nel 1746 e riscoperta da Charles Messier nel 1764, situata nella costellazione del Sagittario.
La nebulosa è molto brillante ed è visibile a occhio nudo in condizioni favorevoli alle basse latitudini (magnitudine 6). Si tratta di una regione H II in cui è attiva la formazione stellare, resa brillante dalla radiazione luminosa delle stelle giovani e calde, di classe spettrale B (giganti blu) in essa formatesi; Alcune di queste stelle sono radunate a formare un ammasso aperto di 35 stelle, molto oscurato dalle polveri. Il colore rosso vivo della nebulosa è dovuto all'eccitazione degli atomi di idrogeno, che emettono radiazione Hα; la massa della zona più luminosa è pari a 800 masse solari.
Nell'infrarosso, si è potuto osservare un numero elevato di nubi favorevoli alla formazione di stelle. Al centro della nebulosa si troverebbe un ammasso aperto di una trentina di stelle coperte dalla nebulosa. Il diametro della nebulosa sfiora i 40 anni luce.
M8 Nebulosa Laguna
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopio o obiettivio di guida:Vixen 80M
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2836x2670
Date:14 Agosto 2018
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 5x420" ISO800 4C bin 1x1
Integrazione: 0.6 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 3.51 giorni
Fase lunare media: 13.30%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 2559362
Centro AR: 270,944 gradi
Centro DEC: -24,297 gradi
Campionamento: 1,181 arcsec/pixel
Orientazione: 0,623 gradi
Raggio del campo: 0,639 gradi
Luoghi: Osservatorio, Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
La Nebulosa Laguna (anche nota come M 8, o NGC 6523) è una nebulosa diffusa visibile nella costellazione del Sagittario; fu scoperta da Le Gentil nel 1747.
Si tratta di una delle regioni H II più brillanti della volta celeste ed è visibile anche ad occhio nudo sotto cieli abbastanza limpidi e bui.
La Nebulosa Laguna appartiene al braccio di spirale galattico immediatamente più interno rispetto al nostro, il Braccio del Sagittario; dista circa 4100 anni luce dalla Terra ed è sede di alcuni oggetti e fenomeni astronomici interessanti, come ammassi aperti (vedi NGC 6530), regioni di formazione stellare, nebulose oscure, giovani stelle, gas caldi. Il nome "laguna" deriva dalla nube di polvere visibile ad est dell'ammasso aperto centrale.
La Nebulosa Laguna si estende nel cielo per 90'x40', che ad una distanza di 4100 anni luce equivalgono a 110x50 anni luce di estensione; al suo interno si osservano diversi globuli di Bok, ossia nubi di materiale protostellare collassato; i più notevoli di questi sono stati catalogati dal Barnard come B88, B89 e B296.
La nebulosa contiene anche una struttura nota come "Nebulosa Clessidra" (nome datole da John Herschel), che però non è da confondere con la omonima nebulosa planetaria, nella costellazione della Mosca. Nel 2006 sono stati scoperti all'interno della "clessidra" i primi quattro oggetti di Herbig-Haro, fra i quali spicca HH 870: questa scoperta fornisce la prova che nella regione sono attivi e persistenti i fenomeni di formazione stellare.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher EQ6 PRO Synscan
Telescopio o obiettivio di guida:Vixen 80M
Camera di guida:Q5L-II-M
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2836x2670
Date:14 Agosto 2018
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 5x420" ISO800 4C bin 1x1
Integrazione: 0.6 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 3.51 giorni
Fase lunare media: 13.30%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 2559362
Centro AR: 270,944 gradi
Centro DEC: -24,297 gradi
Campionamento: 1,181 arcsec/pixel
Orientazione: 0,623 gradi
Raggio del campo: 0,639 gradi
Luoghi: Osservatorio, Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
La Nebulosa Laguna (anche nota come M 8, o NGC 6523) è una nebulosa diffusa visibile nella costellazione del Sagittario; fu scoperta da Le Gentil nel 1747.
Si tratta di una delle regioni H II più brillanti della volta celeste ed è visibile anche ad occhio nudo sotto cieli abbastanza limpidi e bui.
La Nebulosa Laguna appartiene al braccio di spirale galattico immediatamente più interno rispetto al nostro, il Braccio del Sagittario; dista circa 4100 anni luce dalla Terra ed è sede di alcuni oggetti e fenomeni astronomici interessanti, come ammassi aperti (vedi NGC 6530), regioni di formazione stellare, nebulose oscure, giovani stelle, gas caldi. Il nome "laguna" deriva dalla nube di polvere visibile ad est dell'ammasso aperto centrale.
La Nebulosa Laguna si estende nel cielo per 90'x40', che ad una distanza di 4100 anni luce equivalgono a 110x50 anni luce di estensione; al suo interno si osservano diversi globuli di Bok, ossia nubi di materiale protostellare collassato; i più notevoli di questi sono stati catalogati dal Barnard come B88, B89 e B296.
La nebulosa contiene anche una struttura nota come "Nebulosa Clessidra" (nome datole da John Herschel), che però non è da confondere con la omonima nebulosa planetaria, nella costellazione della Mosca. Nel 2006 sono stati scoperti all'interno della "clessidra" i primi quattro oggetti di Herbig-Haro, fra i quali spicca HH 870: questa scoperta fornisce la prova che nella regione sono attivi e persistenti i fenomeni di formazione stellare.
M13 di Ercole
DATI TECNICI DI RIPRESA:
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE Orion 80mm ShortTube
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2896x1972
Date:27 Maggio 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 5x300" ISO800 2C bin 1x1
Integrazione: 0.4 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 1.96 giorni
Fase lunare media: 4.29%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 2559379
Centro AR: 250,359 gradi
Centro DEC: 36,475 gradi
Campionamento: 1,179 arcsec/pixel
Orientazione: 11,231 gradi
Raggio del campo: 0,574 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
L'Ammasso Globulare di Ercole (conosciuto anche come M 13 dalla sua posizione nel Catalogo di Messier, oppure come NGC 6205) è un ammasso globulare visibile nella costellazione di Ercole.
Si tratta dell'ammasso globulare più luminoso dell'emisfero boreale ed è visibile anche ad occhio nudo. M13 ha una magnitudine apparente di 5,8. Il suo diametro angolare è di 23', mentre il suo diametro reale è di circa 165 anni luce.[3]
M13 contiene diverse centinaia di migliaia di stelle, la più brillante delle quali è di magnitudine 11.95. Attorno al suo nucleo, le stelle sono circa 500 volte più concentrate che nei dintorni del sistema solare. L'età di M 13 è stata stimata tra i 12 e i 14 miliardi di anni. La sua distanza dalla Terra è di 23.157 anni luce. Apparendo così luminoso ad una così grande distanza, la sua luminosità reale è elevatissima, oltre 300.000 volte quella del Sole.[3]
La velocità radiale è di circa 250 km/s in avvicinamento. Questo moto risulta dalla combinazione di tre diverse velocità: la rotazione della Galassia, il moto del Sole nello spazio, e il moto di rivoluzione dell'ammasso attorno al centro galattico.
Telescopio o obiettivo di acquisizione:SkyWatcher ED100
Camera di acquisizione:Canon 1100D Baader
Montatura:SkyWatcher HEQ5 goto synscan
Telescopio o obiettivio di guida:ORION 80MM SHORT TUBE Orion 80mm ShortTube
Camera di guida:Q5L-II-M
Riduttore di focale:Skywatcher 0.85x Focal Reducer/Corrector for the ED80
Software:PHD2 Guiding 2.62, PixInsight, BackyardEOS
Filtro:Astronomik Clip CLS CCD
Risoluzione: 2896x1972
Date:27 Maggio 2017
Pose:Astronomik Clip CLS CCD: 5x300" ISO800 2C bin 1x1
Integrazione: 0.4 ore
Dark: ~20
Flat: ~20
Bias: ~20
Giorno lunare medio: 1.96 giorni
Fase lunare media: 4.29%
Scala del Cielo Scuro Bortle: 2.00
Astrometry.net job: 2559379
Centro AR: 250,359 gradi
Centro DEC: 36,475 gradi
Campionamento: 1,179 arcsec/pixel
Orientazione: 11,231 gradi
Raggio del campo: 0,574 gradi
Luoghi: Orciatico, Pisa, Italia
Origine dei dati: Itinerante
L'Ammasso Globulare di Ercole (conosciuto anche come M 13 dalla sua posizione nel Catalogo di Messier, oppure come NGC 6205) è un ammasso globulare visibile nella costellazione di Ercole.
Si tratta dell'ammasso globulare più luminoso dell'emisfero boreale ed è visibile anche ad occhio nudo. M13 ha una magnitudine apparente di 5,8. Il suo diametro angolare è di 23', mentre il suo diametro reale è di circa 165 anni luce.[3]
M13 contiene diverse centinaia di migliaia di stelle, la più brillante delle quali è di magnitudine 11.95. Attorno al suo nucleo, le stelle sono circa 500 volte più concentrate che nei dintorni del sistema solare. L'età di M 13 è stata stimata tra i 12 e i 14 miliardi di anni. La sua distanza dalla Terra è di 23.157 anni luce. Apparendo così luminoso ad una così grande distanza, la sua luminosità reale è elevatissima, oltre 300.000 volte quella del Sole.[3]
La velocità radiale è di circa 250 km/s in avvicinamento. Questo moto risulta dalla combinazione di tre diverse velocità: la rotazione della Galassia, il moto del Sole nello spazio, e il moto di rivoluzione dell'ammasso attorno al centro galattico.
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